mercoledì 25 settembre 2013

La geometria come la grammatica: la scuola primaria non deve ridurle a tassonomia


In un incontro organizzato a Roma (all'Università Roma Tre) lo scorso 19 settembre dalla nuova sezione Scuola della ASLI (Associazione per la Storia della lingua italiana) http://www.storiadellalinguaitaliana.it/content/asli-scuola
è stata ribadita un’idea chiave per l’insegnamento della grammatica nella scuola primaria che ha molti punti in comune con quanto abbiamo proposto nel libro Pensare in matematica. Le idee basilari della grammatica, come quelle della geometria, sono solo apparentemente semplici e interessano i bambini (e acquistano valore formativo) solo se sappiamo proporle nella loro complessità. Questa complessità deriva dal fatto che sono concetti teorici, astratti: la strada per introdurre i bambini a questi concetti non è renderli banali, ma farli emergere progressivamente da una messe di esperienze.
Un bambino o bambina deve avere una certa esperienza linguistica per poterla fare oggetto di riflessione consapevole seppur elementare; allo stesso modo, deve avere una certa esperienza visiva, tattile, motoria di forme, figure e corpi per accompagnare e dare un significato a relazioni e oggetti geometrici.
In entrambi i casi, bisogna evitare di pensare l’apprendimento dei bambini in termini di “identificare” e “classificare”, e conseguentemente evitare di far imparare a memoria definizioni. In entrambi i casi, le idee basilari acquistano un senso dal punto di vista della loro funzione (rispettivamente, nella teoria linguistica, nella teoria geometrica). In geometria, punto e retta hanno un significato nei loro reciproci rapporti (ad esempio dati due punti vi è un'unica retta che li congiunge; due rette hanno al più un punto in comune).
Non di rado i bambini escono dalla scuola primaria privi di esperienze geometriche e soltanto con poche confuse reminiscenze dei tipi di figure; e in prima media il loro “reencuentro” con la geometria è una paginetta zeppa di definizioni e affermazioni categoriche.

Ognuna delle affermazioni contenute nel quaderno di questo bambino contiene dentro di sé problemi profondi, e se sono schiacciati la geometria perde del tutto interesse. “Gli insiemi di punti formano linee, superficie e figure”: una frase del genere – peraltro assai problematica e foriera di paradossi – appiattisce idee centrali della matematica, come il continuo e l’infinito, che si manifestano in modo intuitivo nella geometria elementare e che devono essere discusse con i ragazzi attraverso esempi e raccontando anche la loro storia.


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