domenica 3 marzo 2013

Lo zero è un numero?


Luna, una bambina di quattro anni e mezzo, dice alla mamma che “zero non è un numero”. La mamma, che è una chimica, si preoccupa molto di questa affermazione della bambina: “ma certo che è un numero”. Al che Luna ribadisce tassativamente “lo zero è un numero soltanto quanto lo scriviamo. Se lo pensiamo non è nulla”.
Lo zero è motivo di riflessioni molto belle e divertenti da parte dei bambini. Come scrive il blogger di Desequilibros, “i bambini hanno una formidabile intuizione, tanto che noi adulti veniamo messi del tutto fuori gioco dalla loro schiacciante logica che è capace di analizzare in forma semplice questioni apparentemente complicate”.
La mamma di Luna non deve preoccuparsi; non deve pensare che “non ha capito”, che “sbaglia”. Lo zero, in effetti, non è uno dei numeri per contare che i bambini conoscono come cantilena di vocaboli; ed è legittimo chiedersi: che senso ha contare nulla?
Non a caso per millenni l’umanità ha fatto conti su conti con simboli, parole e gettoni senza nessun bisogno dello zero.
Luna mostra a sua madre che il suo itinerario attraverso i numeri procede e che sente già la differenza tra rappresentazione simbolica scritta e vocaboli per contare.
I bambini scoprono presto che i numeri non sono solo parole ma anche certi segni scritti, 7, 10, e altri come XXI oppure 1,99 (come nei dépliant del supermercato). Notevole è il simbolo dello zero che è tondo tondo. Ecco perché Luna è disposta ad accoglierlo come numero quando lo scriviamo.
Per Luna si tratta di cose serie (difende con forza le sue opinioni); la sua mente si sta allenando, è questo il notevole effetto delle idee matematiche anche elementari.
Quindi non bisogna allarmarsi della contundente affermazione di Luna, ma neanche tralasciarla. È pur vero che i matematici di oggi considerano lo zero come il numero intero che sta prima di 1! È un numero a tutti gli effetti: si somma con gli altri numeri e si moltiplica. Il ruolo degli adulti è proprio proporre esempi per indicare nuove vie e scardinare un po’ le certezze: se in questo gruppetto di bambini al parco che gioca a nascondino sono tutti maschi, quante sono le femmine? Ci serve pure una parola per dirlo! E se incollo una dopo l’altra le sei figurine della bustina all’album, quante ne sono rimaste da incollare? Prima cinque, poi quattro, tre, due, una,…, zero!
Possiamo anche provare a indagare, con domande discrete, ad esempio chiedendo cosa s'intende quando si dice “se lo pensiamo”? Cosa è pensare il numero “due”?

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